Vincenzo D’Elia è il progettista che si è occupato di immaginare il nuovo polo gestionale e operativo di Temi SpA. Ingegnere civile, D’Elia è specialista in energie rinnovabili ed esperto in studi ambientali applicati alla fattibilità. Con il suo studio, DST PROJECT, D’Elia ha dato corpo agli orientamenti innovativi di Temi SpA, mettendo in campo le proprie conoscenze di progettazione sostenibile, basata soprattutto sull’idea delle energie rinnovabili applicate all’edilizia. Grazie alla competenza di DST PROJECT nel facility management, Temi SpA potrà realizzare il suo desiderio di completo reengineering dei processi aziendali nel segno della sostenibilità.
Ingegnere, può spiegarci in quali modi il suo progetto ha soddisfatto la richiesta di Temi di coniugare il fattore estetico con la cura della comunità di operatori e dipendenti dell’azienda?
Nella logistica il problema centrale è quello degli spazi; la progettazione tradizionale è votata all’occupazione di ogni superficie per massimizzare la produttività. Temi SpA ha invece voluto dare al benessere degli operatori la stessa priorità che alle mere esigenze industriali. Non ci siamo limitati a pensare un semplice capannone industriale, grezzo e spartano: anche il fabbricato destinato alla pura attività di logistica è stato oggetto di una raffinata ricerca stilistica, di materiali e di soluzioni all’interno.
Uno spazio accogliente e vivibile, a partire dagli aspetti cromatici, di visibilità e luminosità: penso alla scelta di tinteggiare l’intero corpo di fabbrica in bianco, in luogo del classico cemento nudo. Una scelta pensata per esaltare l’illuminazione naturale: questa soluzione è infatti in grado di consentire al fabbricato di sfruttare la luce solare fino al punto di illuminarsi a giorno per il massimo numero di ore possibile, con un decisivo risparmio energetico e un netto aumento della qualità della permanenza nel luogo di lavoro.
Per rendere l’intero plesso il più “caldo” possibile, abbiamo poi impiegato materiali inediti per un impianto logistico, come il legno lamellare, che potessero rappresentare l’attenzione di Temi alla bellezza come fonte non solo di prestigio ma anche di abitabilità di tutti gli spazi. Il legno è stato utilizzato sia per realizzare le pensiline di copertura del perimetro, in luogo dei soliti acciaio zincato e lamiere coibentate; sia la passerella che collega la parte operativa al centro dirigenziale.
Lo spazio dedicato alla logistica è progettato per ottimizzare i processi di lavoro nel rispetto delle peculiarità di ciascuna fase che questa operatività vive nel corso della giornata. Ci sono infatti ore frenetiche nel capannone, con centinaia di operatori al veloce lavoro di mobilitazione, carico e scarico delle merci; e altre decisamente più impegnative per la parte amministrativa, mentre dal lato industriale ci si occupa della riorganizzazione e sistemazione degli spazi.
La realizzazione del fabbricato industriale è stata affidata a un’azienda leader nazionale nella realizzazione di questo tipo di prefabbricati, la Manini Prefabbricati. Nella progettazione, però, non ci siamo limitati a recepire i loro parametri standard, ma li abbiamo tagliati e cuciti in funzione delle nostre esigenze. Di qui la realizzazione di tre campate di cui una, quella centrale, di ben 18 metri. La campata, cioè, dove si svolge il massimo dell’operatività e dove la completa mancanza di pilastri rende sicuri gli spostamenti.
Abbiamo inoltre trovato necessario pensare a un luogo di lavoro che tenesse i processi separati in maniera determinante alla piena tutela della sicurezza e del benessere, senza però rinunciare a mettere in relazione il personale amministrativo e quello logistico.
La scelta strategica è stata dunque quella di sviluppare una palazzina uffici che garantisse a chi vi lavora una piena e completa “interlocuzione” con l’area eminentemente industriale. Il plesso uffici consente una visione globale delle attività in corso, restando nel contempo pienamente accessibile a coloro che lavorano nella parte industriale, ad esempio mediante la grande passerella in legno che citavo prima.
Tuttavia la parte più innovativa del progetto, dal punto di vista della cura per la comunità aziendale, è costituita dalle facilities.
Abbiamo progettato, all’esterno del capannone, un plesso che oserei definire rivoluzionario, espressamente richiesto dall’azienda: un fabbricato di ristoro e riposo per i conducenti di linea; i quali non sono più costretti a dormire nella cabina dell’autotreno, ma possono fruire di questo corpo di fabbrica completamente attrezzato per una vera permanenza, con cubature munite di letti e servizi, un vero e proprio spazio domestico.
Avremo poi una mensa ampia abbastanza da garantire l’incontro conviviale tra il personale operativo e quello gestionale. Abbiamo dunque gestito la difficoltà progettuale di sottrarre questo spazio all’operatività a favore di quella che oserei definire la sostenibilità sociale che Temi ha espressamente richiesto per la comunità di quanti vi sono impiegati.
Abbiamo previsto una palestra dove il personale potrà godere del relax dell’esercizio fisico; gazebo di ultima generazione, per momenti di pausa all’aria aperta; una “stanza della salute” alla quale abbiamo pensato prima dell’emergenza Covid, dove il personale potrà essere sottoposto a controlli nel pieno rispetto della normativa sanitaria e della privacy.
C’è stata infine una espressa attenzione al verde con spazi perimetrali anche alberati, per un fabbricato non arido e piatto.
Cosa può dirci per quanto riguarda le soluzioni di sostenibilità ecologica?
Trovo che la più peculiare innovazione del nuovo polo Temi SpA riguardi l’ottimizzazione dei consumi energetici. Abbiamo previsto l’installazione di un impianto fotovoltaico in copertura, a sud del fabbricato industriale, per una produzione di circa 180/200 kWh di picco. L’impiantistica interna si avvale invece di led con consumi ridottissimi, e anche gli impianti di climatizzazione dell’aria offrono le migliori prestazioni energetiche.
Anche la facciata esterna della palazzina direzionale è pensata per garantire il migliore equilibrio in funzione dell’esposizione. L’edificio ha un prospetto cieco, quello adiacente al fabbricato industriale; ha poi tre prospetti esterni, completamente finestrati, che sono orientati rispettivamente ad est, sud e ovest, con vetri non a specchio ma trasparenti, per garantire una piena ariosità. I tre lati del fabbricato sono dunque esposti alla luce solare dall’alba al pomeriggio. Questo aspetto ha certamente generato una complessità progettuale sul piano della climatizzazione, perché sia nel periodo invernale che in quello estivo vi saranno zone particolarmente esposte ai raggi solari, dove farà più caldo o meno freddo. Di qui la necessità di impianti che garantiscano una compensazione e regolazione di questa risorsa naturale, per assicurare le condizioni di massima vivibilità degli ambienti nel rispetto degli standard di piena sostenibilità dei consumi.
Dal punto di vista della gestione dei materiali di scarto della produttività, sono state predisposte due piattaforme-compattatori per diminuire i volumi dei diversi rifiuti e razionalizzare così raccolta e conferimento.
Lo spazio esterno è infine ampiamente dotato di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, non solo quelli destinati alle attività logistiche ma anche quelli privati.